Poesie
La Candela RIVISTA
Passo e spasso davanti a stu Cristo,
ai piedi una candela lentamente si consuma
gli da calore, luce,non si risparmia,muore.
Se chiudo gli occhi la vedo ancora,
ardere con fioca fiamma,
silenziosamente si consuma, muore
silenziosamente ci consumiamo
candele noi siamo.
Giugno
Dal sonno son stato abbandonato,
nel mezzo di una notte di mezza estate,
così che dal balcone mi riaffacciai
a fumar ancora un'altra sigaretta.
Sopra il capo mio il cielo stellato,
lo stesso che copriva il capo del padre mio
cinquant' anni prima,
era di Giugno del mio anno di nascita.
Pensavo a quel cielo che coprì degli avi il capo,
a lor pensavo, col fucile in mano
a respinger dalle terre nostre l'invasore.
Amo la morte
Amo del mio giardino le malate rose,
l'Autunno delle quattro stagioni.
Amo i verdi campi, di rugiada ricoperti;
amo il deluso, l'invalido,
il credente come l'ateo,
amo chi sorride e gioca.
Amo la cosa più giusta dell'eterno oblio,
la morte.
Voglio solo che tu sorridi
Se potessi, ti spiegherei del cuor mio la tristezza,
la malinconia che accarezza i sogni miei,
la solitudine che accompagnò i giorni miei.
Se potessi ti spiegherei il buio degli occhi miei,
il vuoto dell' anima e della mente,
la rabbia per un papà scomparso,
l'indifferenza dell'uomo per l'uomo.
Se potessi... ma non posso figlio mio,
voglio solo che tu sorrida.
I SANTI PIANGONO
Quando muore un bimbo
il grido è forte.
Quando muore un bimbo
la penna del poeta sta ferma,
il pennello del pittore anche,
la tromba del musicista è muta.
Quando muore un bimbo anche
i Santi piangono.
Preghiera di un bambino nero
Signore,
non permettere che io vada,
voglio fare quello che faceva mio padre,
camminare per i freschi e rigogliosi boschi,
dove la notte danzano le anime dei nostri avi,
voglio andare per i rossi sentieri
arroventati dal calore del meriggio,
dormire, come faceva lui,
ai piedi del grande albero.
Voglio nuotare nelle turchesi acque del mio
mare,
mangiare la bianca polpa del cocco,
voglio la mia capanna di bastoni e fango,
voglio solo guardare i colori della mia terra,
guardare il tramonto,
poi l'aurora della mia amata Africa.
Lunghe Soste
La strada della nostra vita sarà pur breve,
fa nulla;
purchè noi la rendiamo eterna
con le nostre lunghe soste,
silenziose e dolci,
di sguardi fatti che non hanno bisogno di parole.
Per il cammino
Camminai per strade
sinuose e strette,
navigai per mari
burrascosi e grassi,
andai per limosi fiumi agresti,
per boschi spaventosi e bui.
Per il cammino trovai solo lei,
montagna di neve appena caduta
che all'ombra gelosamente custodisco.
Eccola
Eccola,
luminosa come non mai,
risplende di perfezione divina
come tanti anni fa.
Gli occhi belli se ti fissano,
le labbra dolci se ti baciano,
quanta dolcezza in quella creatura.
Collo alto e maestoso
come piume di pavone in amore,
abbondante e chiaro il petto suo,
capelli neri come piume di corvo,
dolcissima come sempre tu sei.
Dedicata alla mia dolcissima metà.
La tana
Corri mio dolce amore, corri,
porta bottiglia colma di vino rosso,
come facevi all'età di spregiudicata giovinezza,
corri per i variopinti campi ,
per le viuzze orlate di fichi d'india,
corri verso la tana dell'amore,
solo i caldi raggi del sole illuminava i nostri corpi,
solo la verde lucertola dal buco ci spiava.
Che
notte
Che notte fu quella,
la luna come lanterna sopra i nostri corpi,
la fioca luce giallastra illuminava
appena marmorei corpi
nudi.
Silenzioso, quasi assente e poco distante,
sul rugoso ceppo l'occhialuto uccello,
silenzioso e quieto
guardava incantato i corpi nudi.
Tutto il creato intorno tace,
soltanto due corpi come serpi danzano,
ancora, ancora,
al ritmo ipnotico dell'amore.
CLANDESTINO
Accompagnato solo dal mio dolore,
da solo e senza più nessuno, dalla guerra fuggo
come lepre sfugge al suo carnefice.
Accompagnato solo da infinita solitudine fuggo,
da una guerra che non volevo,
da terre arse dalla sete dell'uomo bianco.
Accompagnato solo da immenso dolore,
vago nell' immensita' del mare, senza meta alcuna,
senza più nome, senza padre né madre, senza più sogni,
per tutti sono solo un clandestino.
Accompagnato solo dall'indecenza umana fuggo,
accompagnato solo dal disprezzo di questa sporca società.
La
maschera di coccio
Come sei buffa, sempre allo stesso
posto stai,
compagnia mi fai giorno e notte,
mi guardi, ma mai una
parola,
sempre la stessa smorfia la tua,
nella gioia e nel dolore.
Il tempo non ti cambiò nemmeno un po',
essere come te io vorrei, no, no, lo so,
sono anni che ripeti la stessa cosa,
sei maschera di coccio si, senza cuore,
ti vergogni, no, non devi
io come te vorrei essere, credimi,
ma con il cuore mio.
Forse
perché sono Ebreo
Dov'eri tu,
mio Signore, quando io piangevo?
Cercavo mamma,
chiamavo mamma, mamma,
ma non c'era.
Allora ho cercato il babbo,
babbo, babbo
solo una voce sentii lontano,
ti voglio bene Dan.
Poi l'odore acre di carne bruciata,
ho pianto, era l'odore acre della mia carne,
e tu , si proprio tu mio Signore, dov'eri?
Perché mi hai lasciato solo, perché?
Forse perché sono Ebreo.
Anche domani ricorderò
Anche domani ricorderò
come la morte ti prese in braccio.
E' notte, tutto tace,
solo l'affannoso tuo respiro sento,
ho paura,
l'uomo coperto dal Saio
ti benedì.
Anche domani il sole non brillerà
nei tuoi occhi spenti.
Anche domani ricorderò
il sonno rotto di mille paure.
Anche domani ricorderò
l'amore profondo del mio dolce papà .
Sei un pulcinella
Non parlar d'amore
tu che vendi parole,
non promettere giustizia
tu che rubi di continuo,
non chiamarmi fratello
se poi alle spalle mi pugnali,
non predicare onestà,
disonesto tu sei e dalla nascita,
non ostentare ricchezze mai avute,
ne mai avrai,
non esprimerti con concetti altrui,
sono aria per la bocca tua.
Sii sempre te stesso,
butta la nera maschera;
di pulcinella c'è ne soltanto uno.
SOLO UN ATTIMO
Tu, meraviglia delle meraviglie,
dolce regalo del nostro Creatore,
un consiglio papà tuo vuole darti,
ricordati che tu, io, noi tutti,
siamo solo ospiti su questo mondo,
coperta corta per tutti noi.
Perciò vivi la vita più che puoi,
non trascurare nulla,
sazia la mente tua
della bellezza della luna, del cielo,
del sole, del vento, del creato tutto,
solo così tu contento sarai.
Ama sempre con il cuore,
ama la vita,
senza amore una scatola vuota per te
sarà.
Fai diventare la tua vita un libro
che di amore parla,
leggi ogni sua pagina con amore,
con gioia, con passione,
non saltarne nemmeno una
affinché tu possa viverla tutta
con immensa gioia.
Passerai tempo, tanto, nel leggere questo libro,
ma solo un attimo farà battere il tuo cuore,
quando ti innamorerai,
fermati, prenditi il tempo che tu vorrai,
tanto, tantissimo da far diventare quell'attimo
tutta la tua vita.
Occhi verdi
Gli occhi spenti, lo sguardo tenero e perso trema
come la fioca luce di una candela,
un'esplosione di tenerezza e rabbia
nelle profondità dell'anima,
un fuoco a viva fiamma dentro ti brucia,
il fuoco dell'amore, quello vero.
Un augurio di cuore voglio farti,
possa questo amore straripare come un fiume in piena,
rendendo fertile il terreno che ogni goccia bagna.
Possa tu sentir di nuovo il vento fra i capelli...
possa tu illuminare il mondo con la luce dei tuoi occhi...
sensazioni forse affievolite,
ma sei forte, le tue non saranno solo sensazioni,
ma solo trasformazione di una vita infinita.
INCONTRO
Quando incontri qualcuna
mai vista prima,
e il cuore per un po' si ferma ,
rifletti, può essere la persona giusta nella tua vita.
Se i tuoi occhi
si incrociano con i suoi
e se gli occhi di entrambi si illuminano di luce nuova,
non lasciarla andare, è lei la persona giusta.
Se capita di pensare a questa persona,
se ti manca la luce dei suoi occhi,
l'odore della sua pelle,
il sapore della sua bocca,
non farla andare via,
è lei la persona giusta della tua vita.
Se domani ti continuerà a mancare,
se senti il desiderio di averla
se non riesci nel tuo lavoro,
se lei è nel tuo cuore,
sposala ti renderà felice.
Amore
L'amore
è qualcosa che non puoi raccontare,
non ha forma né geometrie.
L'amore, il mio, altro non è
che un sogno che si perpetua nel tempo,
con la dolcezza spietata che solo i sogni sanno dare.
La mia rosa
Ero perso in immensi deserti,
nell' immensità dell'azzurro cielo,
tutto appariva uguale,
tutto era inutile e tedioso.
Poi, trovai una rosa semplice e bella,
un fiore che ho protetto con amore,
con amore mi inebrio del suo profumo
Il mandorlo
Inerme e fermo come tutti sono,
nascere ho visto quelli che accanto stanno,
solo la luna la notte compagnia mi fece,
come il dì solo il sole ed il suo calore.
Da sempre ho sfoggiato il mio mantello,
di un bianco che solo Dio seppe darmi.
Abbracciato da anni con la vite sono stato;
con gli altri solo la chioma si toccò.
Mai male di nessuno noi parlammo,
mai male a nessuno noi facemmo,
di odori e di colore gli orti riempimmo,
dalla pancia mia frutti vi ho sempre dato,
fertile come una mamma io son stato.
Ma un giorno tu arrivasti e, come Nerone con
Roma fece,
dalle fiamme del fuoco tuo cenere diventammo.
Afrodite
Godi, a piene
mani, del dono agli umani dato
dalla dea nata dalla spuma del mar di Cipro.
Godi, perché protetto da Afrodite sarai,
madre di Eros e di Armonia.
Che donna, che perle quegli occhi azzurri,
turgidi come melograno maturo i seni suoi,
dal basso ventre concavo e palpitante.
Che donna, dalle natiche rose come mele mature,
lunghe e tornite le cosce sue,
come colonne a sostegno di esile fusto.
Tutto in te era armonioso e bello, altro non
dico.
Solo la lucerna fu testimone del fatto.
Casa mia
Anche gli alberi qui mi parlano,
è casa mia.
Ti guardo sempre e dallo stesso posto
come fosse sempre la prima volta.
I giorni in te gli stessi sono, fa niente,
questa è casa mia.
Seduto ho visto mille e mille albe,
ancora tante spero di vederne,
felice di stare a casa mia.
L'ultimo brindisi
Scavate la fossa, amici miei, scavatela;
perché fra poco io vi lascio.
Brindiamo ancora come una volta e poi ancora,
inebriare la mente io vorrei.
Non guardate con occhi compassionevoli
il mio corpo macilento e scarno,
fate come sempre, come sempre brindiamo,
con il rosso succo della vite storta.
A voi tutti vi auguro di brindare molti lustri ancora,
perché da lassù io con voi brinderò.
Dimenticavo, di fiori non ricoprite la mia lapide,
solo una scritta io vorrei, la vita è bella.
Amami
Amami ancora, abbracciami forte,
come se fosse l'ultima.
Baciami, ancora e poi ancora,
lascia il tuo profumo sulla pelle mia nuda,
lascia che io beva il nettare dalle coppe tue,
come il poppante bimbo dalla madre sua.
Stringimi ancora e poi ancora,
come il pitone fa con la sua preda,
divorami e saziati del mio amore,
come io sazio sarò del tuo.
Pianto
Amo questo posto dove tu sepolto sei
fra ceri che illuminano quando il cielo si scolora,
fra antichi cipressi e tumuli senza nome,
fra pietre che sentirono le gride di mille madri,
il silenzioso pianto di mille padri.
Passo e ripasso fra i vicoli stretti di questo sacro luogo,
tutto tace, solo il canto dei passi miei sento.
Ecco sopraggiunta la sera,
tutto si colora di nero,
tutto diventa lugubre e sinistro,
ancora, ancora e poi ancora,
ti accarezzo come sempre e da quattro lustri.
Il dono
Caro bambino, di una cosa vorrei farti dono,
del tempo;
te ne auguro tanto, perché non tutti ne hanno,
tanto perché tu possa vivere felice,
perché tu possa amare ed essere amato,
perché tu possa realizzare i tuoi ed i nostri sogni,
perché i tuoi sono i nostri sogni.
Ti auguro tempo, tanto perché tu possa perdonare,
tanto da poter sorridere a tutti,
tanto da poter raccontare da nonno e ancor di più,
del tuo papà.
Antico borgo
Cammino, stanco degli anni miei,
per i vicoli stretti del borgo antico,
tornano pensieri di un remoto passato,
silenziose e agreste viuzze,
silenziose case diroccate,
illuminate da fioca luce di vecchi lampioni.
Solo immaginare nel borgo antico posso,
le gride gioiose di bimbi e non solo,
odori e sapori di passate stagioni,
dimenticati ormai e da molti lustri.
Mentre cammino guardo lassù,
silenziose le nuvole danzano cullate dal vento,
silenzioso tutto è nell'antico borgo.
Il bambino
Bianca fredda e silenziosa cadeva la neve,
di un cappotto puzzolente e fradicio ero
coperto,
sotto una camicia a strisce,
da tutti ero chiamato ...627.
File di umani senza nomi,
visi impietriti di grandi e piccini,
solo la morte sorridente passeggia,
su e giù per le file la falce destreggia.
I piedi dal freddo più non sentivo,
con sguardo smarrito chiamavo la mamma,
nessuno a quel grido più rispondeva,
solo l'odore di carne bruciata.
Davanti al mio sguardo il corpo di un bimbo,
freddo e silenzioso, io vedevo.
Vivo per strada
Vivo una vita che non ho scelto,
in compagnia dei pensieri miei.
Da piccolo non pensavo
che la strada la mia casa diventasse,
la panchina di legno marcio il mio lettino,
la pallida luna il mio bajour,
un cartone la mia coperta.
Quanti anni or sono,
non ricordo so ho mai avuto una famiglia,
mai nessuno mi ha chiamato papà,
nessuno mi chiama più per nome.
SEI BELLA
Sei bella e non per il trucco che tu porti,
fossi scemo,
non direi mai ad una maschera sei bella, no,
sei bella per quello che tu sei,
per le cose che ogni ruga mi racconta.
Sei bella per ogni volta che dicesti ti amo,
per ogni volta che una lacrima silenziosa
scendeva sul tuo viso.
Sei bella per tutto quello che mi hai dato,
sei bella per chi ti sa guardare.
Giulia
Danza ancora bella Giulia,
danza fra le braccia e brache di uomini ben pensanti,
fai goder loro delle bellezze tue.
Danzare farai ancora il corpo tuo,
sul sudato e puzzolente corpo del tuo violentatore,
di uomini che non hanno mai saputo amare,
ahimè poiché mai sono stati amati.
Porco che per un istante godi, per sempre
la vita della bella Giulia rovini.
Risveglio
Danza la farfalla al ritmo dello spassoso vento,
tra fiori di colore acceso si posa, è ferma,
le ali più non battono, tutto riposa, anche il
vento,
quel vento che d'un tratto soffia e più di prima,
l'acceso fiore torna a danzare come pure la farfalla,
di nuovo comprendo il risveglio di sensi assopiti.
Fossi scemo
Sei bella e non per il trucco che tu porti,
fossi scemo,
non direi mai ad una maschera sei bella,
sei bella per quello che tu sei,
per le cose che ogni ruga mi racconta,
sei bella per ogni volta che dicesti ti amo,
per ogni volta che una muta lacrima
scendeva sul tuo viso.
Sei bella per tutto quello che mi hai dato,
sei bella per chi ti sa guardare.
Torno a casa mia
Quando il sole va a dormire,
quando il soffio del maestrale più non sento,
torno a casa mia.
Quando il canto dell'usignolo più non sento,
torno a casa mia.
Quando torno fra le braccia della madre mia,
fra le carezze del padre mio,
torno a casa mia.
Quando ogni volta il pensiero mio vola da mio figlio,
torno a casa mia.
Quando ogni volta che il giorno muore
torno a casa mia.
Nera Donna
Ecco arrivare la nera donna,
stravagante come donna viva,
ancheggia come troia d'altri tempi,
come la più stravagante delle civette.
Di nero avvolta tutta sei,
nascondere vorresti le funeste grazie,
occhi profondi e senza luce,
labbra sottili e capo scarno,
puzza di carne morta addosso porti,
acconciata ad arte per sembrar più bella.
Mi chiedo perché la tua presenza,
fra gente al cor mio tanto cara?
forse per il piacer di antiche voglie!!!
Sopportar più non posso l'orrenda tua presenza
specchio di funesti riti,
fuggi al cospetto di questa gente,
torna nel tuo regno funeste e silenzioso,
torna fra resti di umani senza anima,
avendola già data a Dio per custodirla.
Mi son rotto il cazzo
Mi son rotto il cazzo
dei frequentiamoci ma senza impegno,
mi son rotto il cazzo
dei stiamo insiemi senza fare l'amore,
mi son rotto il cazzo
dei vediamoci ma in compagnia,
mi son rotto il cazzo
dei andiamo avanti fino a quando...
mi son rotto il cazzo
quando alla sera mi dici
perchè non parliamo, mentre io ho voglia,
ma tanta voglia di dormire
Ti
manderò un bacio
Ti manderò un bacio
ovunque tu sia.
Ti manderò un bacio
anche se sei al di là del mio mondo.
Ti manderò un bacio
da quel mondo che tu hai amato.
Ti manderò un bacio,
quel bacio che mai sono riuscito a darti.
Ti manderò un bacio
con tutto l'amore che tu meriti.
Ti manderò un bacio papà.
FORSE
Se pensi che possa star male per te, non ci pensà,
io sto bene lo stesso anche senza te, forse,
posso pure morì, oppure no,
non importa sto bene lo stesso, forse,
pensa al palestinese che è stato messo in croce,
eppure lui non piange, forse,
perchè devo farlo io per così poco,
non ci penso nemmeno.
Pensi che io beva ancora,
si, mi ubriaco pure, si,
per non ricordarmi di te, forse,
mi dici di andare all'inferno,
ci sono già, aspetto solo te,
se sapessi quante stronze come te ci sono.
La morte
Non sei tu con falce in mano
e senza volto a spaventarmi,
purchè mi abbracci all'improvviso.
Non sei tu a spaventarmi,
ma il dolore che l'abbraccio tuo
darebbe al mio figlio prediletto.
Non posso dar dolore a colui che tanto amo,
che già dolor subi' per avermi amato.
Non sei tu a spaventarmi,
la vita tutta mi spaventa,
maligna ingrata e spudorata,
puttana e senza cuore,
che tutti abbraccia e sorridendo.
Donna
Quando l'uomo fu creato
non fu lasciato solo,
gli fu fatto dono della cosa più
bella del creato, della DONNA,
con l'impegno di amarla e difenderla,
ma l'uomo dimenticò tutto questo,
tanto da diventare carnefice e boia,
stuprarla nel corpo ma soprattutto nell' anima.
Che notte
Che notte fu quella,
la luna come lanterna stava sopra i nostri corpi,
di fioca luce giallastra,
corpi colmi di giovinezza illuminava.
Silenzioso se ne stava,
e poco distante,
sul rugoso ceppo l'occhialuto uccello,
silenzioso e quieto,
che notte fu quella.
Tutto il creato intorno tace,
soltanto due corpi come serpi danzano,
ancora, ancora,
al ritmo ipnotico dell'amore.
Nessuno
Andai lì dove finisce la terra,
poi dove finiscono le acque,
poi ancora dove finiscono le stelle,
non trovai nessuno,
nemmeno un'amico.
Casa mia
Seduto sto su una panchina di vecchio tiglio,
sprofondato nel mio io,
mangio la sola mela rimasta,
solo il ricordo di casa mia,
pungente come una spina riaffiora.
Eccola
Eccola,
luminosa come non mai,
risplende di perfezione divina
come tanti anni fa.
Gli occhi belli se ti fissano,
le labbra dolci se ti baciano,
quanta dolcezza in quella creatura.
Collo alto e maestoso
come piume di pavone in amore,
abbondante e chiaro il petto suo,
capelli neri come piume di corvo,
dolcissima come sempre tu sei.
Dedicata alla mia dolcissima metà.
Trippa e aglio RIVISTA
Madonna stasira chi cazzu e fatto,
trippa e aglio mi su mangiatu,
na bumma, creditimi nun fissiu.
U jatu mia rimbalzava di nu muru all'atru
cumu na paddra,
per non dire quannu a cominciatu
a si lamintari u culu,
madonna che botti,
capodannu mi sembrava,
na puzza nun ti dico,
nu mupiu rispiravu, chi cazzu..
Giuro nun mangiu chiu aglio,
ma nemmeno trippa.
Attizza RIVISTA
Tarravuogli arrassu sia cumu na ciuccia,
tu supra e diu sutta tu sutta e diu supra,
mallattu ari minni tua cumu nu ninnu,
suspiri funni di tia sientu u pili si grigna cumu nu lupu,
na voglia gioia mia di tia tiegnu.
Aggarrami e affrascatini di si carmi mia,
stanotte si carni tua mi li mangiu.
Na fata ngulinuri marrisimigli,
attizza ancora si fucularu
ca ligna navimu a nun finiri.
Na fattura RIVISTA
Nun du fa dì picchi cussì staiu
na fattura sa fimmina ma fattu e puru funna.
Nun duormo, nun mangiu, nu riru,
sulu a si fimmina attaccata staiu.
A vita nu biernu è diventata
ca mi cunsuma chianu chianu,
cumu na cannila i cira moddra.
Nemmenu chiu fori vaiu
sulu sa fimmina dindra a capu tiegni,
sulu pi iddra su cori mia vatti.
Su turnatu
Signu turnato a su quartieri mio,
quant'anni su mancutu,
quandu cosi su cangiati e puru assai.
Sa genti nun ne chiu cumu na vota,
mo tutti ricchi ammia parunu,
ma guardannu nfunnu e tutta napparenza
a mia su quartieri mi pari chiu tristi i prima,
si, mi pari na fimmina brutta
ca di trucchi ne china tutta,
ca arrassu na puttana e fera arrisimiglia.
U sacciu, iu di stu munnu fazzu parti si,
ma sulu nu turista pi su quartieri iu mi sientu.
Na Mamma
Si tieni na mamma tieni tutto,
na mamma e na ricchizza,
na cosa can nun finisci mai,
nu mari chiunu d'acqua,
nu cielu ca nemmenu i stiddri cunti,
nu suli ca ti scarfa quannu friddu sienti,
na funtana ca ti duna acqua quannu siddi tieni.
Na mamma è na fimmina ca ti fa nasci,
fossi puru na lupa, tallatta, ti crisci,
a vita tutta pi iddra si,
na mamma e cumu aviri Dio,
ti duna tuttu e nenti vò.
Vienitinni
Vienitinni puru tu, vienitinni
ca sira sira nuva ziemi ni scialamu,
li carni tua di vasi ti li ghignu,
li minni a muzzicuna ti li pigliu,
stasira i carni tua vuogliu pruvari,
puru a vucca ammilata tua vuogliu.
Sulu sa luciddra mi fa vidiri,
li carni tua janchi cumu la niva,
tuccari vulissi i cosci tua
viviri vulissi u sangu tua,
vieni gioia mia ca stasira suli simu,
sulu sa luciddra ni po' vidiri,
sa luciddra gardi e mori,
gardi è mori, e torna gardi,
gardi a voglia e ti vasari.
Vieni gioia mia, vieni,
ca da voglia mia ti vuogliu saziari,
carni e carni vuoglio durmiri,
dinddra di tia vuogliu muriri
Uomo di altri tempi
Tu che con innata
maestria le bestie da soma meni,
seguite dal fedel segugio
che coda dimena come serpente a sonagli,
sempre attento a seguir ogni cenno,
chi sei tu che di lanosa pelle vai
coperto?
Tu che vai in lungo e in largo,
per sentieri che appena si attraversano,
uomo che soffri e taci, nulla ti spaventa?
All 'uomo che spiegazioni chiedi e con disprezzo,
mio signore e mio papà,
l'uomo che diede, e senza compenso alcuno,
sangue all' anemica tua sorella,
signore noto, tuo malgrado,
che la memoria non ti aiuta.
A dire il vero,
non sei solo
in questo triste e cupo borgo,
dimentichi forse quando aiuto tu imploravi?
Quell'uomo era mio papà,
quest'uomo che disprezzi è mio papà,
ma lasciamo perdere, è già sera.
Tutti intorno a quella legna ardente,
boccheggia la nera ciotola
che di li a poco di patate sarà colma,
l'odore dolce del misero pasto si diffonde,
per il vicolo del meschino borgo.
Poi ti adagi su quel giaciglio a noi tanto caro,
lasciandoti cullare dal dolce sonno,
con lo stesso amore di una madre col proprio figlio,
io ti guardo, con la mente ti accarezzo,
non siamo soli, un angelo ti veglia e non solo,
il santo con barba e manto ti accarezza.
E' notte fonda, guizzan lampi per la fronde,
cielo e terra la bocca arsa di un cratere sembrano,
l'ingresso brutto e cupo dell'inferno.
Finalmente la dolce luna va a dormire, di nuovo giorno,
pigro e lento scruti il nuovo giorno,
appena accenni ad un sorriso,
per non mostrar che il soffrir
di questa vita ingrata nuoce,
il soffrir che dona più coraggio e ti fa uomo
degno,
così dicevi, a me orgoglio doni.
Invidio, padre mio,
l'indomito tuo coraggio,
mi pare di veder un Cristo senza croce
e senza paura alcuna,
quello che ti fece degno.
Quanta tenerezza e quanta gioia
hai dato al cuore mio, padre mio.
Sempre con te
Son cresciuto come un randagio cane,
una strana storia la vita mia,
un essere distratto dal mio stesso io,
un burattino senza identità,
elemosinante di consensi altrui,
per paura di sbagliar ancora.
Ma un bel
giorno sei arrivata tu,
che, con la pazienza solo di chi ama,
mi ha visto diventare marito prima e padre poi
del mio unico figlio.
Amore mio, attraversare con te voglio
i sentieri inesplorati della vita:
crescere insieme ogni giorno di più,
in quello che sarà e non sarà.
Madre mia
Per ogni istante
che lentamente scorre,
regalami un sorriso.
Per ogni triste momento,
stammi accanto,
cullami ancora come una volta.
Per ogni caduta non esitare,
prendimi fra
le tue braccia
donami un guizzo di forza.
Ogni secondo ricordati di me,
perché con immenso amore io ti ricorderò.
Gli invisibili
Nella buia e fredda notte, cercano un po'
d'affetto
mani gelide senza un tetto.
Vagano nascosti tra la gente che pare non accorgersi di niente.
Addosso stracci penzolanti e scarpe troppo grandi.
Occhi stanchi guardano la vita passargli davanti,
rassegnati a ricevere solo avanzi...
Invocano e pregano il loro Dio affinchè venga a portarli via.
Ricchi benestanti guardano e passano avanti.
Piccole mani bianche stringono mani nere e
stanche.
Accarezzano i visi tristi di giorni felici, mai visti.
Ascoltano storie di vite differenti,
di giornate normali e felici momenti, cancellati da tristi eventi.
Ricevono un malinconico
sorriso che gli pulisce il viso.
Piccoli uomini non passano avanti,
urlano al mondo:
"Fermatevi un momento uomini indifferenti!!!"
Ricordati di me
Non piangere sulla tomba mia:
io qui non sono.
Non dormo, neppure sogno,
non sono più.
Sono solo un ricordo,
un dolce ricordo.
La Meta
Quando per noi giunge il tramonto,
teneteci per mano.
Quando il sole va a dormire ed il cielo
di stelle si ricopre,
teneteci per mano.
Quando la notte diventa sempre più gelida,
riscaldateci,
basta una carezza.
Quando saremo giunti alla meta,
teneteci stretti come bimbi appena nati
e tu figlio, figlio mio,
baciami ancora,
ancora, perché alla meta sarà l'ultimo.
Solo
gloria
Sepolto sei laggiù,
nel campo sperduto dei soldati caduti,
di te solo una croce rimane,
solo terra su giovani spoglie.
Ti immagino vestito del saio di guerra,
macchiato del sangue del tuo nemico,
cadesti a terra, di piombo morivi,
nessuno vicino per l'estremo saluto.
Solo il ricordo rimane nel cuore,
nemmeno una tomba, solo il ricordo,
nessuno ricorda quel dolce ragazzo.
Solo una croce come tante rimane,
silenziosa custode di morte e di gloria.
SOGNARE
Voglio abbracciarti ancora,
stringerti ancora, ancora baciarti,
voglio guardar di nuovo le stelle
e sognare ancora come prima.
Voglio sentire la pioggia
che mi bagna, il sole che mi brucia,
voglio giocare ancora, ancora sorridere,
accarezzare il viso scarno del nonno,
il viso stanco di mia madre.
Voglio ringraziare medici e non solo,
ma tutti coloro che ancora mi fanno sognare
L'Umile
Frate
Umile fra gli umili,
di fede era colma casa sua,
aveva due lustri e poco più, per voto
l'abito vestì da francescano,
più tardi eremita diventò.
Di miracoli ne è piena la Calabria,
solo Ferrante[1] per i prodigi
arrestarlo volle,
ma il frate, invisibile[2] diventò.
La fama del frate in Francia dilagò,
al cospetto del Re Luigi[3] fu portato,
per aver del frate guarigione.
Era il 15 del primo mese[4] dell'anno[5],
una voce in Paradiso lo chiamò,
quel Venerdì Francesco su di una croce si adagiò,
chinò il capo e rese l'anima a Dio.
Era il 2 Aprile 1507
[1] D'Aragona
[2] Divento invisibile alle guardie mentre pregava
[3] Luigi XI Re di Francia
[4] Gennaio
[5] 1507
Sappi
Voglio che tu sappia una cosa:
tutto ciò che mi circonda mi conduce a te,
il cielo azzurro,
l'acqua chiara,
la calda sabbia del deserto,
l'odore forte della primavera,
tutto mi conduce a te.
Le geometrie astratte del volo della rondine,
la velocità delle ali del colibrì,
il giorno come la notte,
l'estate e l'inverno,
il sole e la tempesta,
conducono solo a te.
Cosa
farò
Cosa farò se perdo te,
ti cercherò
come il Sommo poeta cercò Beatrice
ti cercherò,
perché senza te la vita non è vita.
Cosa farò se perdo te,
ti cercherò
perché solo da questa fonte amore voglio bere.
Ti cercherò
per saziarmi ancora della nobiltà del cuore tuo.
Cosa farò se perdo te,
ti cercherò
per chiederti in ginocchio perdono
ti cercherò,
per amarti come nessuno seppe mai.
Cosa farò se perdo te,
ti cercherò
per addormentarci insieme per l'eternità
Che cos'è l'amore RIVISTO
L' amore, che bella cosa,
un uomo di gentilezza innata somiglia,
baci, abbracci, desiderio, perché no, gelosia.
L'amore, ti piglia mente e cuore,
ti fa piangere,
soffrire
ma tu sei talmente presa,
che nemmeno te ne accorgi,
lo so, a volte vorresti fuggire,
ma non ti riesce,
baci, carezze, passione, desiderio,
dove vuoi andare, il cuore ti ha preso
stu fetende.
Ti
amo
Ti amo quando dico ti amo,
ti amo anche quando non lo dico,
quando sto in silenzio,
quando piove, quando c'è il sole,
ti amo anche quando non ti amo.
Ti amo anche quando odio tutti,
quando la mente vola altrove,
ti amo senza una ragione,
senza un perché, un come, ti amo.
Ti amo anche se non capisco perché ti amo,
per quale ragione al mondo, ma ti amo.
Magicamente ti amo, ancora,
ancora, poi ancora,
giorno e notte, ti amo.
Ti amo senza logica alcuna,
d'istinto come un'animale,
ti amo, ti amo, perchè ti amo.
Il ponte
Non ho mai pensato di morire
su di un ponte, su quel ponte;
mai pensato di morire insieme
al babbo e alla mamma, su quel ponte;
di lasciare i miei ed i lori sogni,
su quel ponte;
in tanti ci ritrovammo ad di là del ponte,
su quel ponte;
di noi, anime silenziose, solo il ricordo
rimane,
per colpa di quel ponte.
Il ricordo rimane,
di un tappeto di composte bare,
di una distesa di persone commosse,
del grido composto di una madre,
del pianto soffocato di un padre,
dello straziante pianto di un figlio,
del minuto di silenzio,
della preghiera dell'uomo di chiesa,
del saluto dei ben pensanti,
delle scuse del torto fatto.
Lacrime, rimpianti, sogni, preghiere,
di chi è ormai stanco di un'Italia
che non fa più sognare.
Pensieri
Seduto e silenzioso,
pensieri che inseguono pensieri,
un fuoco sottile sottopelle,
desiderio di gustare la bocca tua rosso vermiglio.
In cielo venti si uniscono in un dolce moto,
in terra fiori morti dal gelo,
più in là colmo di fiori il sambuco,
nel silenzioso sentiero il dolce lamento del merlo,
cade una foglia lentamente, dondola, si posa,
rotola per il viale silenzioso, è morta.
Al margine del bosco più nulla sento,
solo il sibilare del vento,
solo il gorgoglìo di una fontana,
il mondo tutto, dorme in un mantello di fitta
nebbia.
E' l'alba, la pallida luce della luna lascia la
scena,
lo scricchiolio di una vecchia finestra sento,
una dolce figura mi appare, non basta,
scende, mi prende per mano,
appena un saluto dalla casta voce,
insieme e per mano,
per il sentiero silenzioso ci avviammo,
si, verso l'infinito riposo,
foglie morte noi siamo.
Volo
Morto son da tempo,
sepolto da parecchi lustri or sono;
tanti erano i sogni miei,
uccisi dalla matrigna vita,
polvere già sono e da molto tempo,
il cuore da una parte, la testa dall'altra.
Adesso vado dove mi porta il vento,
veloce corro, quando più forte soffia;
attraverso montagne e boschi,
accarezzo la salata acqua dal mare,
la sabbia calda del deserto.
A volte mi capita di volare alto,
alto da vedere l'uomo un insignificante
essere del creato.
IO MAMMATA E TU
Io mammata e tu,
vorrei fossimo tre foglie dello stesso albero,
vorrei fossimo tre gocce della stessa pioggia,
io mammata e tu,
vorrei fossimo tre petali della stessa rosa,
vorrei fossimo tre fiamme dello stesso fuoco,
io mammata e tu,
vorrei fossimo tre canti dello stesso usignolo,
vorrei fossimo tre battiti dello stesso cuore,
io mammata e tu,
siamo tre corpi con una sola anima.
TI
ASCOLTO
Mi chiedi se ci sono persone che ci amano,
si ci sono, ci amano ma non sono capaci di dimostrarlo,
uno sei proprio tu. Mi chiedi chi sono
gli eroi,
che dirti, sono quelle persone che hanno fatto ciò
che era necessario fare in quel momento.
Poi mi chiedi come riconoscere il nemico, difficile,
pensa che la persona che tu
consideri tuo amico,
ti sferrerà il colpo di grazia.
Ancora mi chiedi, perche non dobbiamo mai
smettere di sognare?
Perchè solo il sogno ci permette di realizzare
cose che la realtà ci vieta.
Poi mi chiedi,
perché incontriamo sempre gente sbagliata,
forse Dio vuole questo, vuole che incontriamo le persone sbagliate
per ringraziarlo come fosse un regalo quando incontriamo quella giusta.
Figlio mio, ancora domande, spero sia l'ultima,
papà come posso trascorrere una
bella giornata?
Semplice, cerca sempre persone che ti facciano sorridere,
basta solo un sorriso per trasformare una brutta giornata in una brillante.
Ascolta figlio mio, non dire più nulla, non
chiederti tante cose, ascoltami ,
cerca sempre chi ti faccia sorridere,
fa quello che più ti piace, vai dovunque ti va,
fa quello che ti detta il cuore,
ricordati,hai una vita sola, non sprecarla.
I dimenticati
Il freddo portato dalla neve caduta.
In silenzio tutto s'imbianca.
Siamo tutti coperti da un manto gelido.
Gli uccelli fuggono per le vie.
I camini emanano fumi neri.
Per le strade delle grandi città cartoni sparsi di qua e di là.
Dai cartoni timidi fiati e mani gelate.
Vite lasciate nel freddo.
Tutti passano e sembrano non vedere.
Chi cerca conforto e chi un pasto caldo.
Piccoli bimbi offrono dolci.
Grandi e sporche mani accolgono dolci.
Silenzio nella notte.
E' giorno e tutto risplende di bianco.
Nessuno più si cura delle sporche mani.
Al mio papà
Amico, fedele compagno,
maestro di vita tu fosti,
grande di cuore sei stato,
amico di tutti,
nelle quattro stagioni e giorno e notte.
Al capezzale dell'amico morente tu stavi,
o dell'anemico figlio in ospedale.
Morbosamente ti voglio bene papà.
Perchè lo faccio
Dipingo perchè amo la luce,
ma non solo, anche il buio.
Amo il suono d'ogni cosa,
ma non solo, anche il silenzio.
Amo la gente tutta, ma non solo,
anche la solitudine.
Amo il giovane quanto il vecchio,
come me stesso,
il grasso quanto il magro,
il bello quanto il brutto.
Amo la vita e le sue sfumature,
non dispero per la morte.
Vivo la vita che amo
nella società che odio,
nella speranza che il domani mi doni
la felicità che merito.
Tutto questo non basta ed ecco che,
immancabilmente, mi accoglie fra le braccia sua
la solitudine interiore,
compagna gentile di cupi presentimenti.
Amo la pittura perché
con essa luoghi sconosciuti trovo,
capace di placare l'anima ed il cuor mio.
Cerco un altro mondo, fuggo dal mio,
un dolce malinconico dolore vive nei quadri miei,
è nel dolore di esso che riconosco me stesso.
Dolore
Tu, che dell'infinito tutto il creatore sei,
in ginocchio io ti imploro,
vivere lascia la madre mia,
di lei ancora noi tutti abbiam bisogno.
Non ho la forza nè il coraggio,
perché una bimba ancora sono.
veder la mamma agonizzante
quanto dolore provo,
e quanto atroce e triste è veder il ferale morbo
che la divora.
Quanti sogni, quanti ancora,
uccisi dalla matrigna vita.
Caro Gesù, di una cosa mi hai fatto dono,
del dolore, dei dolori tutti, il più atroce,
vedere la mamma spegnersi inerme e silenziosa
L'anima porta via
La passione avvolge e stravolge
il cuore mio,
come le tenebre gli occhi miei,
come la morte dal petto mio
l'anima porta via,
gentile e vergine come una pudica bimba
di un solo lustro
Non posso
Vorrei dirti auguri ma non posso,
riscaldarti con i miei baci
ma non posso,
abbracciarti come non ho fatto mai
ma non posso,
coccolarti come fossi un bambino
ma non posso,
sedermi accanto per sentire i tuoi racconti ma non posso,
chiederti di perdonarmi
ma non posso,
sentirti come una volta cantare
ma non posso,
mi piacerebbe dirti due sole parole:
auguri papà.
Credimi
Il tempo non ha ancora
spento la bellezza tua,
residui di passata
giovinezza ancora restano,
ancora restano ineguagliabile
dolcezza e grazia.
Ancora bere voglio alla tua fonte,
per soddisfare dell'anima mia
l'ardente sete,
credimi, dolce è il bacio tuo
come miele appena raccolto.
Viviamo ancora il breve tempo della letizia,
baciami ancora e poi ancora,
finchè morte non ci separi.
Lei è morta
Pensava che l'amore fosse eterno,
aveva torto.
Non serve più la luna, nemmeno le stelle,
il cielo azzurro, l'acqua chiara.
Non servono più i palloncini bianchi,
l'applauso dei partecipanti.
Avanti il feretro, si accostino i dolenti,
lei è morta.
La croce
Sulla collina tre croci,
il vento rantola come un bue agonizzante,
rotolano per terra sterpaglie e rovi,
tutto è lugubre e sinistro.
Muta dal dolore la madre sofferente,
muti gli astanti increduli,
solo l'affannoso respiro di Dio sento,
il dolce suono dell'uomo in croce,
incurante del lacerato corpo,
traboccante di sangue e di perdono.
Ecco il ciel diventare più nero,
il vento rumoroso più che mai
nascondere vorrebbe il grido ultimo di Dio.
Cade ad un battente ritmo la fredda pioggia,
da tuoni e lampi accompagnata.
Ai piedi del legno di rosso la terra si colora,
come la tunica ed i piedi di Maria.
Gli astanti silenziosi si disperdono,
i carnefici sazi si compiacciono,
la crudeltà non basta…
alla madre il corpo diedero del figlio morto.
Il suicida
Tesa è la corda che t'imbriglia il collo,
forte il ceppo che la sostiene,
ultimo gesto fra tanti già fatti,
tutti si chiedono perché!
Il dolore più non senti,
nemmeno il nero velo che la mente tua abbraccia,
coli a picco, freddo e silenzioso,
tutti si chiedono perché!
Lasciasti l'ultimo sospiro a quella forca,
sopportar più non potevi questa vita
di fantocci senza cuore,
tutti si chiedono perché!
Se coraggio non t'è venuto meno
d'imbrigliar di corda ceppo e collo,
al cuor tuo gentile devi dar colpa.
Lascia che ti accompagni
Lascia che ti accompagni nell'acqua profumata
dal bianco fiore del loto,
bella come sempre tu sei,
in questa veste di finissimo bisso,
ancora più bella quando nuda tu sei.
Lascia che gli occhi miei vedano
una volta ancora divina bellezza,
lascia che la bocca mia sazia dal nettare
degli Dei sarà,
lascia che le mani mie tocchino della seta, la più pura,
lascia che il corpo mio si sazi del tuo,
lascia che la mia anima come fosse uno scrigno
custodisca la tua .
Sogno
Come l'acqua del mare impetuosa
s'infrange
contro scogli taglienti ed irti,
con la stessa irruenza accendi
in me la passione amorosa.
Come la barca che per mare va,
senza seguire una precisa rotta,
così la mente mia viaggia senza meta.
Ancora, ancora, poi ancora,
come le onde vanno e vengono
i pensieri miei per lei che adoro.
Così la notte per lei, musa, veglio,
il giorno spesso morire mi sento,
come rugiada al sole mi sento.
Così la passione per te il sopravvento prende,
così fu che dal petto mio l'anima rubasti.
I tuoi passi modulati e brevi sento,
poi ti vedo, ti guardo,
più dolce del miele il tuo sorriso,
tanto che il cuore più forte in petto batte.
La voce diventa più roca,
come se avessi un cappio al collo,
la lingua in bocca inciampa,
come un bimbo ai primi passi,
un fuoco di passione corre il corpo mio,
gli occhi più non vedono,
le orecchie più nulla sentono.
Mi sveglio, son desto, sognavo lei,
lei che in sogno ancora più bella appare,
tanto che svegliarmi mai avrei voluto.
Le
Campane
Un giorno dentro al campanile della chiesa mia,
sentivo borbottare fra loro e a voce bassa,
due campane.
A dire il vero mi fermai di botto,
non per sentire di cosa borbottavano,
ma perché di pena il cuore si gonfiava,
e vengo al punto.
Una diceva all'altra e sottovoce:
"una volta bastava un tocco, si,
per far gremire questo luogo,
la croce sopra noi vibrava ad ogni acuto,
oggi non mi pare vero, ad ogni nostro tocco
la gente si allontana, tempi brutti per la fede"
"ma no, l'altra risponde, sti tempi ci son
sembri stati,
non importa che il nostro tocco più non serve,
importa che Dio è in ogni cuore"
Dolce
Dolce, infinitamente dolce sono
le architetture dei pensieri nostri,
dolce come la luce di ogni luna nuova.
Noi che nella vita ci soffermiamo su ogni punto,
come l'astrologo su ogni stella.
Altro esser non voglio che la notturna farfalla,
camminar con te sotto la calda luce della luna.
Uomo io, convinto d' attraversare questa vita senza amore,
poi arrivasti tu graffiando con dolcezza l'anima mia,
facendo della vita mia sogno nel sogno.
Amo con te andare a spasso sotto questo cielo,
sotto la luce calda della luna,
ma ecco l'acerrimo mio nemico appena alzato, il sole;
con lui svanisce il nostro sogno, sazio,
infinitamente sazio del nostro amore.
Insieme
Siediti con me ai bordi del nuovo giorno,
guardiamo insieme il miracolo del sole,
del sole il caldo delle stagioni.
Siediti con me ai bordi della notte,
guardiamo insieme il miracolo della notte,
della notte lo scintillio delle stelle.
Siediti con me ai bordi del torrente,
per noi canteranno le acque tumultuose,
dell'acqua insieme ci disseteremo.
Siediti con me ai bordi del bosco,
per noi canterà il vento,
quel vento che spazzerà via il mio ed il pensiero tuo.
Siediti con me ai bordi del silenzio,
ascolta, ascolta,
attentamente ascolta,
più di prima Dio ci parlerà ancora.
Chiave dell'anima
Al furfante del mio cuore dono
sospiri e sbruffi,
al furbo sguardo dei miei occhi
infiniti cieli,
alla mia anima la chiave dono,
per aprire le porte del cuore tuo.
LA maschera
Seta pura la pelle tua,
rosa come del loto il suo colore;
petali di rosa rossa le labbra tue,
azzurri come il ciel sereno gli occhi tuoi;
sode come il melo del mio giardino i seni tuoi,
dolce come la reale pappa la bocca tua;
inebriante come il novello vino il tuo sapore,
creatura dalla soave voce tu sei;
tu, maldestra puledra, inesperta nell'amore,
così fu che il sangue mio
prese a pulsare ancora più forte,
avvampando sotto questa maschera, la faccia mia.
Non rammento
Son brutto e puzzolente,
anni sono che non mi specchio,
non più ricordo la mia faccia.
Vivo una vita che non ho scelto,
non rammento d'aver mai pensato
che il giardino diventasse il mio salotto,
la panchina di legno marcio il mio lettino,
la pallida e bianca luna il mio bajour,
un cartone la mia copertà.
Quanti anni or sono…
non ricordo se ho mai avuto una famiglia,
mai nessuno mi ha chiamato papà,
nessuno mi chiama più per nome.
Per tutti io nessuno son diventato.
Aquilone
Ho passato molto tempo, tanto,
per farti alzare da terra.
Con te ho corso sempre e sempre correrò,
tenendoti per quel filo che ci lega,
spesso restando entrambi senza fiato.
Tante volte sei caduto a terra, ricordi!
Tante volte ti ho fatto rivolare
tenendoti per quel filo.
Adesso silenzioso voli,
sicuro e maestoso
sempre più in alto voli.
Più in alto voli, più filo ti occorre e
più il cuore si rattrista
sapendo che presto quel filo più non basterà.
Tu volerai al di là dell'orizzonte mio,
cullato da venti a te sconosciuti,
io a terra, solo e
vecchio ad aspettarti.
OGNI
NOTTE
Ogni notte
mi vesto dei vestiti migliori,
ogni notte
con la barba sempre fatta mi trovi,
ogni notte
ti aspetto sull'uscio della porta in silenzio come sempre,
ogni notte
mi abbracci forte come tu soltanto sai fare,
ogni notte
ti aspetto da tanti lustri, ormai,
sperando che un giorno insieme potremo
viaggiare per l'eterno riposo.
RIDI COME PRIMA
Mi chiedi cos'è la morte! Stammi a
sentì,
non è niente,
una notte più lunga delle altre,
la voglia di restare solo,
dopo una vita di parole e di sorrisi.
Credimi non sono così lontano,
sono solo ad un' istante da tutti voi.
Tutto sarà come prima, proprio tutto,
tu continua a chiamarmi papà,
si proprio come prima,
ripetilo mille e più volte ancora,
nulla può cambiare quello che è stato.
Non coprirti di tristezza, ridi come prima,
ridi più di prima, perché questo io voglio,
parlami con la dolcezza di una volta,
chiamami papà ad alta voce,
non preoccuparti se non rispondo,
grida il mio nome fino a sentirne l'eco,
ricordati sono solo ad un' istante da te.
Na Cicala
E mo che faccio,
sta vita mi butta giù il morale,
credimi mi vien da piangere,
e mo che faccio
se non posso più abbraccià n'amico,
appena posso bacià a donna mia,
se non posso più bacià a mamma mia.
Che faccio
sotto sto cielo senza stelle,
sotto sta luna che più non brilla,
nemmeno più me vien de cantare,
mi sento na cicale, viva si,
ma senza voglia di canta.
L'amore
Danza la farfalla al ritmo dello spassoso vento,
tra fiori di colore acceso si posa, è ferma.
Le ali più non battono, tutto riposa, anche il vento,
quel vento che d'un tratto soffia e più di prima,
l'acceso fiore torna a danzare come pure la farfalla,
di nuovo comprendo il risveglio di sensi assopiti.
Abbraccio
Un abbraccio forte il tuo, troppo,
un dolore profondo ho provato,
non era amore.
Mi hai privato dei colori del mondo,
del calore del sole, del gusto della vita,
per un misero piacere di un attimo
hai segnato la mia anima
con cicatrice profonda e perpetua.
Con il tuo misero e meschino gesto
hai sfondato le serrate porte
della dolce anima mia.
Gridannu gridannu
Era nu viecchiu ca nu ciucciu tirava,
supra lu mastu na fimmina stava,
di terre assai luntani iddri vinianu,
stancu era ru viecchiu e puru la fimmina,
ma pi furtuna na staddra truvarunu,
dinddra nu ciucciu sulu ci stava.
Dinddra la notti l'ura nun sacciu,
nu picuraru si misi a gridari,
viniti, viniti, vicini e luntani,
gridannu dicia ca ninni era natu,
dinddra aru cielu na stiddra vidia,
vicina, vicina, sempri vinia,
supra la staddra appuggiata si misi,
sulu lu piettu e ru latti i Maria,
cavudu cavudu u Signuri tinia,
dopu na pocu tri maggi vinianu,
purtarunu puru nu dunu appidunu,
unu di tria ginuocchiu si misi,
io gridannu fora fujija;è natu Gesù, gridannu fujija.
U Strunzu
Nu juornu assai
luntano, pi caso
assistetti a na scena assai curiusa,
a scena e chissa stammi a senti,
lungu na via di nu paesi ca nun dicu,
nu viecchiu malandatu assai
assittato stava mienzu a via,
na giacca buchi buchi ca na grisara mi paria,
nu cappieddru ncapu avia e nu bastunu,
fermo e muto stava ca nu muortu mi paria,
Madonna chi pena su viecchiu mi facia...
mentri guardavu sa scena ca mi paria strana,
nu strunzu benvestito mi domanda:
scusa questo vecchio bruttu e malconciato,
che fa li seduto in modo strano?
Che fa? L' elemosina chiede pi campa, io gli risposi,
e lui," vero? Non ci credo!" di nuovo u strunzu mi dicetti,
nemmeno le mani allunga e gli occhi sempre a terra guardano!
a chissu puntu mi su girati i cazzi e cussì rispusi,
ci fai o si proprio strunzu,
pi fa stu mistieri u vu capì
ca ci vò na faccia tosta ca nemmeno piensi,
chissu vita longa nun ni tene, sienti a su fissa,
chissu mori priestu, povero ma riccu assai i dignità
e tu... nun mi fa di... dimmi dimmi non mi incazzo, dissi u strunzu,
si proprio u vu sapì...
Tu riccu inveci muori stammi a senti, e puru strunzu.
Gesù Bambino
Carmè risbigliati, Madonna!
A sienti sa rimurata,
aspetta ca maffacciu,
Carmè tutti gridanu fujennu fujennu
ancuna cosa è successu e puru grossa,
scappanu tutti chira via,
arrassu puru chira vecchia i zia Rusaria,
Carmè puru zu Peppi cura paieddra e fora,
parra, parra ma nun capisciu.
Cittu Carmè, cittu stannu passannu tri frustieri
ncavaddru di tri animali, chiu rannu assai di nu cavaddru,
sembrano nobili d'atri tiempi,
Carmè mi spagnu! Sta succidiennu a fini du munnu,
statti cittu, si propriu ciutu
malanova nun capisci nenti,
guarda ncielu e guarda buono,
vidi chi lustru ca chira stiddra fà,
Carmè chira cu chira cuda!!,
sini rimbambì,
Carmè, sini mero riscurdatu;
stasira pi tutti nuva e torna natu Gesù Bambinu.
E' tutta natra cosa
Mi pari ieri
Quandu era bellu su barcuni,
chinu chinu di rosi e di viole,
l'adduru era cussì forti ca si sintia pi tutta sa vineddra,
mo nun ci stannu ne rosi, ne viole,
nemmenu l'adduri cchiu si senti,
nemmenu chira fimmina beddra chiu si vidi,
aru Paravisu iddra è iuta,
cussì, e curu pizzi ha risu u mariti ha dittu.
U cumpagnu mia allura ma dittu, Frà u mariti riri?
Ma chi riri, tu nun pu sapì chi teni dinddra u cori,
ricordati ca a voti u risu è n'gannaturi,
dinddra u curi è tutta natra cosa.
Vatti
Avvote è miegliu nun sintiri,
avvote è miegliu nun dire nenti,
avvote è miegliu stari cittu,
sulu stannu cittu pu sintiri,
du cori tua suspiri e vuci.
Si sapissi quantu voti cittu staiu
quandu voti sienti a vuci sua,
vatti sempre e d'amuri parra,
vatti cumu na tammurru pi tia figliu mia,
vatti puri pi tia amuri mia.
Na Ciuccia
Na vota nun saggiu si
pi furtuna
l'ammuri facette cu na mulatta,
madonna quandu pila avia ncurpu,
na parrucca sutta i zichiddra avia,
mienzu i gammi ! madonna si ci pienzu,
na cuda di cinghiali ci tinia
puru ungulu i pila avia,
però, però na cosa vugliu diri,
supra u liettu na ciuccia mi paria.
U pilu
Di cacao amaru u culuri da pelle avia,
u mussu nu vullutu russu mi paria,
di pilu nivuru e lucenti era gnina
nu spinaru nguttu mienzu i gammi avia.