Chi erano i Magi
Solo un Vangelo ne parla, quello di Matteo, lo stesso non parla che gli animali da soma fossero cammelli, nemmeno che fossero re, non si dice che li guidava una cometa, non esiste nemmeno traccia dei loro nomi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, non si dice che fossero 3 e che uno dei tre fosse di pelle nera. Nell'antichità greca si definivano «magi» alcuni saggi della Persia, esperti in astronomia questi non erano soltanto scienziati ma anche un po' sacerdoti, erano persone che sapevano interpretare determinati «segni» che vedevano nel cielo, come profezie forse per questo erano molto ascoltati dal popolo, che chiedeva loro di prevedere il futuro e tanto altre cose. Matteo li chiama solo "magi" e non Re Magi. Nel nostro alfabeto "magoi" plurale di (magos). Matteo specifica soltanto che i magi venivano dall'oriente, ma si intuisce che dovevano essere dei personaggi importanti poiché viaggiavano con un seguito notevole, tanto che il loro ingresso in Gerusalemme, provocò molto trambusto capace da attirare l'attenzione di Erode. Il termine Magos era utilizzato dai greci anche per definire i sacerdoti dediti al culto di Zoroastro provenienti dall'Impero Persiano. Mentre nel Vangelo dell'infanzia Armeno vi è la descrizione più dettagliata dei Magi:
"Quando l'angelo aveva portato la buona novella a Maria era il 15 di Nisān, cioè il 6 aprile, un mercoledì, alla terza ora. Subito un angelo del signore si recò nel paese dei persiani, per avvertire i re Magi che andassero ad adorare il neonato. E costoro, guidati da una stella per nove mesi, giunsero a destinazione nel momento in cui la vergine diveniva madre addirittura si narra per non raccontare tutta la storia del regno persiano potentissimo ecc, che i re magi erano tre fratelli: il primo Melkon, regnava sui persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli arabi. Essendosi uniti insieme per ordine di Dio, arrivarono nel momento in cui la vergine diveniva madre". Come si evince da questo passo, i Magi sono chiamati per nome, Gaspare re dell'Arabia, Melkon (Melchiorre) re della Persia e Baldassarre re dell'India. Confrontando il Vangelo di Matteo e quello successivo dell'infanzia Armeno si notano alcune discordanze, prima fra tutte il numero e la provenienza dei magi, Matteo parla soltanto di "alcuni Magi giunti da oriente a Gerusalemme". La versione del Vangelo dell'infanzia Armeno ebbe la meglio perché legittimato dal salmo 72 della Bibbia che profetizza la venuta del Messia:
"A lui si pieghino le tribù del deserto, mordano la polvere i suoi nemici.
I re di Tarsis e delle isole portino tributi;
I re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti.
Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto.
Da questo salmo si capisce che i luoghi di provenienza dei "re" sono diversi da quelli citati dal Vangelo Armeno; molto probabilmente i luoghi citati nella Bibbia al tempo della scrittura dei Vangeli o erano conosciuti con altri nome o non esistevano del tutto.
Valore simbolico ed esoterico dei 3 doni:
1) l'oro simboleggia l'amore, la conoscenza, la sapienza (l'oro dei filosofi o alchimisti) è infine il colore dell'ultimo grado dell'ascesa alchemica;
2) l'incenso un'essenza che nei processi alchemici serve a purificare ed è tutt'ora usato nelle funzioni liturgiche cattoliche;
3) la mirra è una sostanza resinosa utilizzata dagli egizi nei processi dell'imbalsamazione e rappresenta l'immortalità.
I magi altro non erano che dei sacerdoti, dei Medi, avi degli attuali Curdi, un popolo che nel VI secolo a. C. fu sottomesso dai Persiani. Il greco Erodoto dice che interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Probabilmente la storia dei re Magi è una leggenda che nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, ispirata all'oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da israele. Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi. Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè Sem, Cam e Lafet. La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma anche questo non e vero o meglio non tutte le fonti sono concordi. Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa. Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re. Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza. Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba. Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:"...in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque..." Si dice che i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita del Cristo. Ancora oggi il culto del magi non è dimenticato, la leggenda narra che i resti mortali dei Re Magi furono recuperati in India da Sant'Elena e poi portati a Costantinopoli. Sconosciuta è la sorte dei re Magi dopo la loro morte.
Si dice che i corpi dei Magi sono custoditi nella Chiesa di Sant'Eustorgio a Milano da Sewa come si evince dalla iscrizione di antichissima data, sul lato sinistro (guardando la facciata della chiesa), che dice: "Basilica Eustorgiana titulo Regibus Magis" che attesterebbe la presenza dei corpi dei Re Magi. Inoltre, la chiesa ambrosiana, nel calendario e nei libri liturgici, di prima del X secolo, viene chiamata Basilica dei Re.
Nel 1164 durante l'assedio di Federico Barbarossa, i resti dei Re Magi furono trafugati e trasportati a Colonia, dove venne costruita una bellissima Basilica per contenerli e dove ora riposano. Solo il cardinal Ferrari, agli inizi del secolo scorso, riuscì ad ottenere parte delle ossa ora collocate in un prezioso tabernacolo sopra l'altare dei Magi. Si racconta che i tre Magi si incontrarono per celebrare il Natale a Sewa, paese della Turchia più di mezzo secolo dopo aver seguito la stella di Betlemme che li condusse al luogo della nascita di Cristo. Poi ai primi di gennaio morirono, tutti centenari.
Marco Polo (1254-1324) probabilmente ebbe una traccia migliore dei Magi. Durante il suo soggiorno a Saveh, nel sud ovest di Teheran, scrisse di avere visto i loro sepolcri in edifici diversi. Secondo la leggenda, i tre venivano da Saveh, Hawah e Kashan. La leggenda inoltre colloca la morte dei Tre Magi ai primi di gennaio perché era il sei di questo mese che la chiesa occidentale celebrava la sua visita a Cristo. La festa dell'Epifania, una delle festività più antiche della Cristianità. Nella Chiesa Orientale l'Epifania ricorda non solo la visita dei magi ma anche il battesimo di Cristo e la festa delle nozze di Cana, quando Cristo fece il suo primo miracolo cambiando l'acqua in vino. A guidare i Magi verso Betlemme potrebbe essere stato un fenomeno celeste, ossia una doppia eclisse di Giove.
Che questo fenomeno sia avvenuto è confermato da una moneta in uso ad Antiochia, capitale della provincia romana della Siria. Su una faccia della moneta è ritratto il busto di Giove e sull'altra l'ariete, rivolto verso una stella. Fenomeno che avrebbe potuto sollecitare i Magi ad incamminarsi sulla giusta via. Ecco che i magi assumono significati diversi talvolta rappresentano i volti delle tre età dell'uomo, il giovane, l'adulto, l'anziano, così ad esempio in Giorgione. Oppure assumono le sembianze di tre re provenienti dai tre continenti allora conosciuti: l'Africa (uno di loro spesso è dipinto come nero di carnagione, l'Asia, l'Europa. Ecco perché con grande sapienza i presepi della tradizione italiana, in particolare quello napoletano, aggiungono figure di ogni luogo e tempo.
Franco e Antonio Dima